Tutti noi abbiamo sicuramente fatto esperienza dell'insorgere di emozioni particolari, a
seconda degli spazi nei quali ci siamo trovati immersi: abbiamo provato una morbida
malinconia davanti ad un tramonto; un senso fiero di libertà aprendo le braccia nel vento,
guardando il mare; una gioia bambina davanti ad una montagna innevata.
In quei momenti abbiamo fatto esperienza del fatto che uno specifico ambiente può
toccarci e far emergere emozioni.
In natura è più facile rendersene conto perché in questo caso l'ambiente è qualcosa di
talmente grande che ci prende con sé e ci trascina altrove.
Ma anche le architetture hanno il potere di influire sul nostro stato d'animo, di indurre in
noi emozioni.
Ad esempio entrando in un tribunale, anche solo per visitarlo in quanto edificio, ci si può
sentire oppressi dal senso di potere che ci sovrasta: vedremo soffitti altissimi, porte
immense, una lunga scalinata che ci sembrerà inaffrontabile.
L'architettura genera emozioni, ed edifici come questi possono farci sentire inadeguati,
insicuri.
Allo stesso modo se entriamo in una chiesa romanica, è probabile che ci sentiremo in
pace, che emergerà in noi il piacere del silenzio: ci guarderemo intorno apprezzando la
dolcezza delle luci, il calore dei materiali, l'intimità.
Un altro genere di emozioni portate a noi dall'architettura.

Tutti abbiamo fatto esperienza del fatto che le nostre emozioni possono essere accese o
trasformate per il tempo in cui soggiorniamo in un certo tipo di ambiente.
Allora è interessante porsi una domanda: se queste esperienze di breve durata hanno
avuto il potere di influenzare le nostre emozioni, quanto può influire sul nostro stato
interiore la casa che abitiamo, gli spazi che frequentiamo ogni giorno, ogni notte?
E' possibile che la nostra casa ci predisponga a precisi umori?
Certo non lo fa in modo evidente quanto una Cattedrale Gotica! ...ma la casa che abitiamo, attraverso le sue forme, i suoi materiali, i suoi colori, produce frequenze capaci di
dialogare con i nostri sensi e di interagire con le enostre emozioni.
Era il 1886 quando lo storico dell'arte svizzero Heinrich Wolfflin si interrogava sui
meccanismi della percezione emotiva, chiedendosi: perchè proviamo emozione di fronte
ad un tempio greco? La sua tesi era che le forme dell'architettura, dell'arte, degli oggetti
d'arte siano in grado di esercitare un'impressione sulle emozioni umane, e che
l'architettura sia protagonista di un vero dialogo con gli esseri umani che la abitano e la
vivono.
Quella che, a fine '800, per Wolfflin fu un'interessante intuizione, oggi è spiegato e
supportato dalle neuroscienze: noi esseri umani facciamo esperienza dell'ambiente
costruito con tutti i nostri sensi e le emozioni, profondamente radicate in ogni
nostra relazione con lo spazio costruito.
Oggi sappiamo anche con certezza che gli spazi in cui viviamo o lavoriamo, hanno il potere
di influire sul nostro benessere e, spingendoci ancora oltre, possono sostenerci nel nostro
percorso di crescita spirituale. Possiamo essere un unico respiro con la nostra casa,
essere in armonia con gli oggetti che ci circondano e fare esperienza di un ambiente che
ci riempia di vitalità.
Eppure spesso non conosciamo gli spazi che abitiamo: li usiamo poiché funzionali alle
nostre necessità, ma non immaginiamo di poter entrare in relazione con essi e non
conosciamo la strada per poterne fare esperienza!
I colori, le forme, i materiali, i suoni, i profumi che “abitano con noi”, dialogano con i sensi e
possono far vibrare il sistema nervoso, emettono frequenze capaci di entrare in relazione
con il mondo dell'energia del corpo umano.
La casa può essere vissuta come un vero strumento di benessere e a questo scopo è
necessario in primis conoscerla.
Il primo passo che si può compiere per intraprendere il percorso dell'Abitare consapevole
è quello di mettersi in ascolto della propria casa:
1. Prova a sederti nello spazio nel quale ti soffermi di più, ad esempio il soggiorno, poi rallenta il respiro e guardati intorno: osserva la luce che entra dalle finestre, il colore del pavimento e delle pareti, gli arredi... come ti senti? Cosa ricevi?
A questo punto la mente si metterà in moto e accenderà pensieri del tipo “quella
parete bianca mi ha stancato” oppure “devo eliminare un po' di oggetti ma ho paura
di pentirmene” …è la mente che si affretta a classificare ciò che vede. Non sei
ancora in ascolto.
2. Adesso, dopo aver saziato un po' la mente, puoi tornare ad ascoltare, ma stavolta ad occhi chiusi... cosa ricevi?Attendi, concediti il tempo di conoscerla, respira e attendi finché non sentirai un timido tepore farsi strada nell'area del cuore... adesso sei in contatto
3. Ripeti questo esercizio, ci vorrà qualche tentativo probabilmente, ma se ti apri alla possibilità di dialogare con la tua casa lei ti risponderà.
E' importante cominciare ad avere coscienza della propia casa come di un organismo
vivente, capace di ricordare, parlare, interagire.
Sarà il primo passo per scoprire l'incantesimo dell'Abitare.
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